L'interprete del silenzio

Eva viene assunta come interprete per un processo e traduce il racconto di un uomo polacco che descrive lo sterminio di massa nelle camere a gas nel 1941. Quando assiste all'apertura del processo, Eva viene a sapere per la prima volta di Auschwitz.

Eva dà il meglio di sé come interprete in tribunale. Rachel Cohen sale sul banco dei testimoni, identifica uno degli imputati e poco dopo rimane gravemente ferita in un incidente stradale.

I genitori di Eva negano di conoscere i Mulka, tuttavia, Eva continua a portare alla luce indizi che suggeriscono che lei abbia trascorso parte della sua infanzia ad Auschwitz.

Quando Jürgen chiede che Eva sia esonerata dai suoi doveri giudiziari, sperando di proteggere la sua fidanzata, lei mette fine alla loro relazione. Eva si reca ad Auschwitz come interprete con una delegazione del tribunale.