Klimt & Schiele: Eros e psiche
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1918. Mentre i boati della prima guerra mondiale si vanno spegnendo, a Vienna, nel cuore della Mitteleuropa, un’epoca dorata è ormai al tramonto. L’impero austro-ungarico comincia a disgregarsi. È il 31 ottobre. Quella notte, nel letto della sua casa, muore Egon Schiele, una delle 20 milioni di vittime causate dall’influenza spagnola. Se ne va guardando in faccia il male invisibile, come solo lui sa fare: dipingendolo. Ha 28 anni. Solo pochi mesi prima, il salone principale del palazzo della Secessione si era aperto alle sue opere: 19 oli e 29 disegni. La sua unica mostra di successo, celebrazione di una pittura che rappresenta le inquietudini e i desideri dell’uomo. Qualche mese prima era morto il suo maestro e amico Gustav Klimt, che dall’inizio del secolo aveva rivoluzionato il sentimento dell’arte, fondando un nuovo gruppo: la Secessione viennese.Una narrazione legata da un fil rouge che riprende le redini del discorso, scandendo i passaggi temporali: il racconto in prima persona di Lorenzo Richelmy, che diventa rappresentazione dell'artista tormentato. A cento anni dalla morte di Schiele, Michelle Mally per la regia e Arianna Marelli per la scrittura, firmano questo documentario in cui si seguono diverse storie, personaggi e migliaia di immagini: Klimt e Schiele sono due punti di partenza, una "excusatio" narrativa per fare un punto sulla rivoluzione culturale nel primo ventennio del '900.
Con Tasuku Emoto, Lorenzo Richelmy
Regista Michele Mally