Homeland - Caccia alla spia

Durante un'incursione in territorio nemico in Afghanistan, un gruppo di soldati delle forze speciali trova un prigioniero americano, un soldato rimasto in stato di cattura per otto anni. Per tutti il ritrovamento di Nicholas Brody è un evento memorabile, quasi un miracolo, ma c'è chi non si fida: l'analista della CIA Carrie Mathison pensa che dopo anni di torture subite Brody sia stato trasformato in un agente di Al-Qaeda e che la liberazione faccia parte di un piano elaborato per sferrare un nuovo attacco al governo degli Stati Uniti.

Carrie continua a sorvegliare Brody senza però ottenere risultati, specie perché nel garage non ha messo telecamere e non sa cosa Brody faccia quando si trova al suo interno. Nel frattempo l'analista riceve da un'agente sotto copertura l'informazione che un principe dell'Arabia Saudita si è incontrato con Abu Nazir, il capo della fazione estremista che Carrie sta cercando.

La spia all'interno dell'entourage del Principe viene assassinata. La famiglia Brody si prepara all'intervista nella loro casa e tra padre e figila c'è un avvicinamento.

Il periodo di sorveglianza autorizzato è agli sgoccioli e Carrie deve smontare le telecamere di sorveglianza all'interno di casa Brody, ma Carrie non riesce a darsi pace e prende contatto con Nicholas che è andato a una riunione di veterani di guerra.

Brody è messo in condizione di confrontarsi con il suo aguzzino durante un interrogatorio della CIA. Quello che succede durante il colloquio non fa che aumentare i dubbi di Carrie.

Dopo aver perso delle persone chiave per combattere il complotto di Nazir contro l'America, la CIA ordina il test della verità a tutti quelli che sono venuti in contatto con loro e tra questi c'è anche Brody. Carrie la vede come un'opportunità di scoprire finalmente la verità. Intanto Saul chiede il trasferimento a Nuova Dehli per poter riprendere i contatti con sua moglie.